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Recensione " Madame Bovary "

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kevinooo
icon11  view post Posted on 23/12/2007, 10:25




Ecco la recensione del libro che ho " letto " l'anno scorso:

Il romanzo “Madame Bovary” di Gustave Flaubert, scrittore francese dell’800, si svolge in alcune località della Francia settentrionale nel periodo del romanticismo.
La storia verosimile di una donna insoddisfatta di sé e di quello che ha pone in primo piano i temi sociali di quel periodo, in cui la diversità tra le varie classi sociali era ancora ben delineata. Diventando molto celebre, questo romanzo ha introdotto nel linguaggio il termine “bovarismo”, che sta proprio ad indicare il desiderio di avere ciò che non ci si può permettere.
Emma, la protagonista, è una donna bella e affascinante, inizialmente una contadinotta, che cresce in convento dove si forma una semplice cultura basata soltanto sui libri romantici da lei letti, nei quali spiccano immagini di “un cavaliere dalla piuma bianca galoppante su un cavallo nero ; forzieri ; corpi di guardia ; menestrelli ; manieri” lontanissime dalla realtà. Ha poi la fortuna di sposare Carlo, un medico di buon carattere, tranquillo e concreto, che si dimostra un fedele marito. Ella si annoia ben presto di lui, poiché non vede realizzarsi il sogno di uscire dalla semplice vita condotta fino ad ora. Questo sogno prende vita, in gran parte, quando i due coniugi partecipano ad una festa a cui sono invitati da un marchese paziente di Carlo. Emma conosce e balla con alcuni membri dell’alta società e, da quel momento in poi, per lei esisterà solo quel mondo di nobili, di balli e di feste, da cui rimane esaltata (“Il suo cuore era come quelle scarpine: nello sfiorare la ricchezza, vi s’era posato sopra qualcosa che non si sarebbe cancellato mai più”).
Le sue speranze sono nutrite dalla consapevolezza di essere una donna molto affascinante, caratteristica alquanto rilevante nella società d’allora ma anche odierna. I capricci iniziano quando la noia e la delusione di non poter più partecipare e vivere dalle situazioni così emozionanti subentrano nella sua vita. Carlo così decide di cambiare città, pensando che le sofferenze della moglie siano legate all’ambiente. A Yonville essi vengono a contatto con personaggi di secondo piano nel romanzo, come il farmacista Homais, uomo contento di sé con idee ben precise, l’albergatrice Lenfrançois, il generale Binet, il merciaio e usuraio Lheureux. Essi agiscono in maniera differente nello svolgimento del romanzo e partecipano a varie situazioni della vita pubblica e privato dei protagonisti.
Prima del trasferimento Emma era incinta e desiderava tanto un figlio maschio, perché sarebbe stata per lei “la rivincita, in speranza, di tutte le sue impotenze passate” e poi, anche sotto il profilo sociale, “un uomo, per lo meno, è libero; può errare attraverso passioni e paesi, superare ostacoli, mordere alle felicità più lontane”. Purtroppo nasce una bambina, Berta, a cui Emma però non si dedica con cura come una brava madre dovrebbe. Inoltre anche a Yonville si annoia e così prova a vivere nuovi sentimenti, costruendo un rapporto con un giovane apprendista notaio, con il quale presto si rende conto di vivere un amore impossibile (“Lei gli appariva tanto virtuosa e inaccessibile che ogni speranza lo abbandonò”). Perciò, nella continua ricerca di un uomo che possa farle provare emozioni nuove, la signora Bovary inizia una nuova relazione squallida e superficiale con uno che sarà comunque fonte di delusioni, poiché la userà soltanto per soddisfare i propri piaceri. Ella si appassiona pian piano al tradimento e all’adulterio, allontanandosi sempre di più dal marito, che per colmare le sue insoddisfazioni inizia a spendere enormi quantità di denaro e di conseguenza a indebitarsi. Intanto si accorge che la relazione con Rodolfo non la soddisfa più, “eppure l’amo” dice (“Essa aveva ormai tanto disgusto di lui quanto egli era sazio di lei”). E così, dopo non molto tempo, egli parte e lascia comunque una certa tristezza in Emma. Ella una sera a teatro ritrova Leone, quel ragazzotto che aveva amato anni addietro, e incomincia una breve relazione con lui. Anche questo rapporto si guasta e intanto Emma è molto preoccupata per i grandi debiti contratti nei confronti dell’usuraio Lheureux e non sa come dirlo al marito. Cosicché un giorno ingoia dell’arsenico e si lascia morire.
La tragica fine di questa donna è nata dalla totale insoddisfazione che l’aveva portata ad impegnare tutta la sua vita alla ricerca di una condizione migliore. Tuttavia i suoi sogni restano irrealizzati: non è riuscita a sfuggire alla mediocrità che odiava tanto, non è riuscita ad entrare nel mondo che sognava, non ha mai trovato l’amore che sperava. Dopo la morte di Emma, Carlo per un po’ vive nel ricordo nostalgico di lei, fino a quando non trova per caso tutte le lettere d’amore di Leone e di Rodolfo. Allora impazzisce di dolore e inizia a bere: qui emerge tutta la sua rabbia feroce e disperata, quella di un uomo vissuto in uno stato di sottomissione e servilismo nei confronti della moglie fino a poco tempo prima.
 
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